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Ps fellini spero che tu legga questo mio post!
...la posta elettronica la leggo ancora!
Esordisco dicendoti che mi adeguo ma non condivido.
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Per prima cosa l'ho trovato freddo, quasi asettico;
A mio parere il momento in cui il padre rivede i figli sarebbe dovuto essere più forte emotivamente parlando, il momento in cui scopre che delle loro vite lui ha saputo e sa solo un'infinitesima parte poteva essere più sconvolgente, invece, non so se per colpa di De Niro o se per la sceneggiatura, così non è.
E' il tipo di recitazione di De Niro, algido, distaccato all'apparenza ma nei fatti, nelle azioni sinceramente interessato alla vita dei figli...comunque è una questione culturale, puoi nascere in una fam dove le dimostrazioni fisiche d'affetto sono bandite, sconvenienti, ciò non toglie che le persone si vogliano bene, la freddezza, gli spazi ritagliati sono solo una facciata, un meccanismo di difesa...intendo dire che alcuni anni fa i padri dovevano recitare un ruolo loro malgrado, sdoganare l'uomo, spt del nord, da una certa immagine sociale è stata una conquista sociale ancor più che maschile.
Quindi qui si descrive una generazione di uomini che negli ultimi anni si sono emancipati da una condizione socio-famigliare che sono stati costretti a subire, un ruolo imposto e non sempre sentito... storicamente la cura dei figli è stata delegata alle donne, farsi spazio in una terra che, dopo la morte della moglie, era di nessuno è stata una sfida possibile perchè emotivamente Frank c'era anche prima, ma si sa, la mediazione delle mamme non è mai stata messa in discussione...
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con problemi di salute e solo, per cui c'è la necessità di sottolinearlo, però farlo ogni volta mi è sembrato esagerato
La malattia, come la morte, sono parte integranti della vita, meglio accorgersene in tempo per non sprecare la chance che ci è stata offerta; l'importante è non considerare per forza le affezioni qualcosa di invalidante...il messaggio è questo, puoi essere un grosso cardiopatico o quant'altro ma ciò non ti deve impedire di arrivare fino in fondo, evolvere, diventare saggio, assumere consapevolezza...
certo Arumi, sei piccolina (di età s'intende), può essere che la malattia ti irriti, sta di fatto che la si può considerare uno stato quasi fisiologico (mi rendo conto che può sembrare antitetico, ma non lo è, fidati, sarebbe troppo lungo da spiegare).
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A mio parere il momento in cui il padre rivede i figli sarebbe dovuto essere più forte emotivamente parlando, il momento in cui scopre che delle loro vite lui ha saputo e sa solo un'infinitesima parte poteva essere più sconvolgente,
stiamo vedendo un uomo abituato a tenersi tutto dentro, ma affidabile, presente...non cerca di violare gli spazi dei figli, cerca di arrivare a loro per una via veramente difficile, ma è lì che si impegna...io lo trovo tenerissimo, mi verrebbe voglia di coccolarlo per lo sforzo che fa; capisci che in realtà il legame con le figlie è forte perché entrambe, in maniera non trasparente, gli presentano gli amori della loro vita, perché sono orgogliose sia dei partner che del loro padre.
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Fino a quel momento li aveva visti sempre singolarmente bambini, per cui fargli avere una riunione, in quel momento del film, mentre lui è incosciente serve solo, secondo me, allo spettatore per fargli capire che Frank sa tutto. Punto. ...potevano trovare un altro escomatage!
ma perché ideare un'altra soluzione, dove sta scritto?
... questa è efficace...e poi immagino sia più nella norma ricordare i figli seduti assieme a tavola, che parlano da adolescenti, piuttosto che singolarmente; chi si fa una famiglia (beh, adesso ammetto che c'è un po' di caos) ama i momenti conviviali, avere tutti i figli seduti allo stesso tavolo, a parlare di sciocchezze...
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Mi è piaciuta invece la scena finale nella galleria, lì a dire il vero mi stavo commuovendo...cosa rara per me.
Al cinema era seduta vicina ad una che scuoteva tutta la fila delle seggiole da tanto che singhiozzava, per tutto il film...io mi sono commossa spesso, ho apprezzato gli sforzi di Frank e dei suoi ragazzi perché li ho già visti, devo dire sono spesso anche i miei sforzi...insomma, lo capisco, sono empatica con lui e con i suoi figli, un'apparente incomunicabilità infarcita di amore e di rispetto...
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Seconda questione: gli attori, ora sia la Berrymore che la Beckinsale per non parlare di De Niro sono bravi però non si amalgamano molto tra loro, soprattutto la Beckinsale con De Niro; ad un certo punto ho avuto il timore che il film fosse stato costruito a scatole chiuse per cui i fratelli non si sarebbero mai incontrati.
non è che gli attori non si amalgamano, loro interpretano i ruoli di persone che per una vita hanno avuto l'interfaccia della mamma che ora non c'è più a svolgere il suo ruolo, è in questo gli attori sono superbi.
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ambientazione(le case o i luoghi di lavoro dei figli, così vuoti grandi e impersonali) fosse così improntata su questa dimensione.
Questa è una cosa soggettiva, io per esempio che amo le case spaziose e brulle, vuote, con un'architettura bassamente impattante ho veramente apprezzato l'arredamento e gli spazi (ma qui è un fatto meramente di gusto estetico, non c'entra con il cinema, va ricordato che le proporzioni non fanno né la vita né i film, è una questione futile, può appagare il proprio gusto estetico, il proprio edonismo, ma ribadisco che la vita delle persone intelligenti, per fortuna, è tutta un'altra storia).
In conclusion, non so se sono stata all'altezza dei tuoi sforzi critici, mi auguro di sì; ho cercato, riuscendoci, di staccarmi dal forum perché mi consumava troppo tempo...ma Arumi, i tuoi commenti cinematografici e le tue provocazioni sono una tentazione...e ho risposto subito perché sciando mi sono fracassata una spalla quindi sono sul divano con il laptop per i prox 10 gg...
...per finire, credo che il tuo punto di vista sul film sia influenzato, contaminato dalla tua età ma anche da una cultura (quella del sud Italia) più propensa ad esternare la propria affettività, le proprie emozioni...insomma più aperta; grazie una volta ancora Arumi per gli spunti di riflessione