STANNO TUTTI BENE regia Kirk Jones, (2010)

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fellini
view post Posted on 27/1/2011, 13:52




CITAZIONE
Ps fellini spero che tu legga questo mio post!

...la posta elettronica la leggo ancora!

Esordisco dicendoti che mi adeguo ma non condivido.

CITAZIONE
Per prima cosa l'ho trovato freddo, quasi asettico;
A mio parere il momento in cui il padre rivede i figli sarebbe dovuto essere più forte emotivamente parlando, il momento in cui scopre che delle loro vite lui ha saputo e sa solo un'infinitesima parte poteva essere più sconvolgente, invece, non so se per colpa di De Niro o se per la sceneggiatura, così non è.

E' il tipo di recitazione di De Niro, algido, distaccato all'apparenza ma nei fatti, nelle azioni sinceramente interessato alla vita dei figli...comunque è una questione culturale, puoi nascere in una fam dove le dimostrazioni fisiche d'affetto sono bandite, sconvenienti, ciò non toglie che le persone si vogliano bene, la freddezza, gli spazi ritagliati sono solo una facciata, un meccanismo di difesa...intendo dire che alcuni anni fa i padri dovevano recitare un ruolo loro malgrado, sdoganare l'uomo, spt del nord, da una certa immagine sociale è stata una conquista sociale ancor più che maschile.
Quindi qui si descrive una generazione di uomini che negli ultimi anni si sono emancipati da una condizione socio-famigliare che sono stati costretti a subire, un ruolo imposto e non sempre sentito... storicamente la cura dei figli è stata delegata alle donne, farsi spazio in una terra che, dopo la morte della moglie, era di nessuno è stata una sfida possibile perchè emotivamente Frank c'era anche prima, ma si sa, la mediazione delle mamme non è mai stata messa in discussione...

CITAZIONE
con problemi di salute e solo, per cui c'è la necessità di sottolinearlo, però farlo ogni volta mi è sembrato esagerato

La malattia, come la morte, sono parte integranti della vita, meglio accorgersene in tempo per non sprecare la chance che ci è stata offerta; l'importante è non considerare per forza le affezioni qualcosa di invalidante...il messaggio è questo, puoi essere un grosso cardiopatico o quant'altro ma ciò non ti deve impedire di arrivare fino in fondo, evolvere, diventare saggio, assumere consapevolezza...
certo Arumi, sei piccolina (di età s'intende), può essere che la malattia ti irriti, sta di fatto che la si può considerare uno stato quasi fisiologico (mi rendo conto che può sembrare antitetico, ma non lo è, fidati, sarebbe troppo lungo da spiegare).

CITAZIONE
A mio parere il momento in cui il padre rivede i figli sarebbe dovuto essere più forte emotivamente parlando, il momento in cui scopre che delle loro vite lui ha saputo e sa solo un'infinitesima parte poteva essere più sconvolgente,

stiamo vedendo un uomo abituato a tenersi tutto dentro, ma affidabile, presente...non cerca di violare gli spazi dei figli, cerca di arrivare a loro per una via veramente difficile, ma è lì che si impegna...io lo trovo tenerissimo, mi verrebbe voglia di coccolarlo per lo sforzo che fa; capisci che in realtà il legame con le figlie è forte perché entrambe, in maniera non trasparente, gli presentano gli amori della loro vita, perché sono orgogliose sia dei partner che del loro padre.

CITAZIONE
Fino a quel momento li aveva visti sempre singolarmente bambini, per cui fargli avere una riunione, in quel momento del film, mentre lui è incosciente serve solo, secondo me, allo spettatore per fargli capire che Frank sa tutto. Punto. ...potevano trovare un altro escomatage!

ma perché ideare un'altra soluzione, dove sta scritto?
... questa è efficace...e poi immagino sia più nella norma ricordare i figli seduti assieme a tavola, che parlano da adolescenti, piuttosto che singolarmente; chi si fa una famiglia (beh, adesso ammetto che c'è un po' di caos) ama i momenti conviviali, avere tutti i figli seduti allo stesso tavolo, a parlare di sciocchezze...


CITAZIONE
Mi è piaciuta invece la scena finale nella galleria, lì a dire il vero mi stavo commuovendo...cosa rara per me.

Al cinema era seduta vicina ad una che scuoteva tutta la fila delle seggiole da tanto che singhiozzava, per tutto il film...io mi sono commossa spesso, ho apprezzato gli sforzi di Frank e dei suoi ragazzi perché li ho già visti, devo dire sono spesso anche i miei sforzi...insomma, lo capisco, sono empatica con lui e con i suoi figli, un'apparente incomunicabilità infarcita di amore e di rispetto...

CITAZIONE
Seconda questione: gli attori, ora sia la Berrymore che la Beckinsale per non parlare di De Niro sono bravi però non si amalgamano molto tra loro, soprattutto la Beckinsale con De Niro; ad un certo punto ho avuto il timore che il film fosse stato costruito a scatole chiuse per cui i fratelli non si sarebbero mai incontrati.

non è che gli attori non si amalgamano, loro interpretano i ruoli di persone che per una vita hanno avuto l'interfaccia della mamma che ora non c'è più a svolgere il suo ruolo, è in questo gli attori sono superbi.

'
CITAZIONE
ambientazione(le case o i luoghi di lavoro dei figli, così vuoti grandi e impersonali) fosse così improntata su questa dimensione.

Questa è una cosa soggettiva, io per esempio che amo le case spaziose e brulle, vuote, con un'architettura bassamente impattante ho veramente apprezzato l'arredamento e gli spazi (ma qui è un fatto meramente di gusto estetico, non c'entra con il cinema, va ricordato che le proporzioni non fanno né la vita né i film, è una questione futile, può appagare il proprio gusto estetico, il proprio edonismo, ma ribadisco che la vita delle persone intelligenti, per fortuna, è tutta un'altra storia).

In conclusion, non so se sono stata all'altezza dei tuoi sforzi critici, mi auguro di sì; ho cercato, riuscendoci, di staccarmi dal forum perché mi consumava troppo tempo...ma Arumi, i tuoi commenti cinematografici e le tue provocazioni sono una tentazione...e ho risposto subito perché sciando mi sono fracassata una spalla quindi sono sul divano con il laptop per i prox 10 gg...

...per finire, credo che il tuo punto di vista sul film sia influenzato, contaminato dalla tua età ma anche da una cultura (quella del sud Italia) più propensa ad esternare la propria affettività, le proprie emozioni...insomma più aperta; grazie una volta ancora Arumi per gli spunti di riflessione
 
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Arumi
view post Posted on 27/1/2011, 16:05




fellini è sempre un piacere leggere i tuoi commenti, speravo che tu mi rispondessi, e sono contentissima che tu l'abbia fatto così presto e con tanta precisione!! Praticamente sto così

Detto questo, cerco di risponderti e chiarire alcune cose.

CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 13:52)
CITAZIONE
Per prima cosa l'ho trovato freddo, quasi asettico;
A mio parere il momento in cui il padre rivede i figli sarebbe dovuto essere più forte emotivamente parlando, il momento in cui scopre che delle loro vite lui ha saputo e sa solo un'infinitesima parte poteva essere più sconvolgente, invece, non so se per colpa di De Niro o se per la sceneggiatura, così non è.

E' il tipo di recitazione di De Niro, algido, distaccato all'apparenza ma nei fatti, nelle azioni sinceramente interessato alla vita dei figli...comunque è una questione culturale, puoi nascere in una fam dove le dimostrazioni fisiche d'affetto sono bandite, sconvenienti, ciò non toglie che le persone si vogliano bene, la freddezza, gli spazi ritagliati sono solo una facciata, un meccanismo di difesa...intendo dire che alcuni anni fa i padri dovevano recitare un ruolo loro malgrado, sdoganare l'uomo, spt del nord, da una certa immagine sociale è stata una conquista sociale ancor più che maschile.
Quindi qui si descrive una generazione di uomini che negli ultimi anni si sono emancipati da una condizione socio-famigliare che sono stati costretti a subire, un ruolo imposto e non sempre sentito... storicamente la cura dei figli è stata delegata alle donne, farsi spazio in una terra che, dopo la morte della moglie, era di nessuno è stata una sfida possibile perchè emotivamente Frank c'era anche prima, ma si sa, la mediazione delle mamme non è mai stata messa in discussione...

Qua credo di essere stata poco chiara, parlando di freddezza intendevo riferirmi al film in sè, e non tanto o solo alla recitazione di De Niro, proprio per questo motivo mi sono soffermata sull'ambientazione. Se ci fai caso, il regista non sceglie mai un luogo veramente vissuto; vediamo la casa di Frank, il supermercato, la stazione degli autobus, dei treni, la villa della figlia, il teatro dove lavora il figlio, l'agenzia dove compra i biglietti, la finta casa dell'altra figlia, tutti accomunati da alcuni elementi: sono enormi, dai colori chiari, talmente spaziosi che non c'è quasi mai un contatto fisico vero e proprio, e con persone completamente estranee allo stato di smarrimento di Frank(come pure della vicenda del fratello in Messico).
Questo aspetto lo sottolineo perchè mi ha colpito molto soprattutto se paragonato ad un altro film francese che ho visto da poco(che è completamente agli antipodi, pur trattando anche lì di persone sole) "Il riccio", in cui si parla del desiderio di emarginazione di una donna e di propositi suicidi di una bambina (spero che tu l'abbia almeno sentito :) ).
Sarà forse una sensazione mia, ma questo film mi ha ricordato tanto "Up in the air-Tra le nuvole" con George Cloeney.

CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 13:52)
CITAZIONE
con problemi di salute e solo, per cui c'è la necessità di sottolinearlo, però farlo ogni volta mi è sembrato esagerato

La malattia, come la morte, sono parte integranti della vita, meglio accorgersene in tempo per non sprecare la chance che ci è stata offerta; l'importante è non considerare per forza le affezioni qualcosa di invalidante...il messaggio è questo, puoi essere un grosso cardiopatico o quant'altro ma ciò non ti deve impedire di arrivare fino in fondo, evolvere, diventare saggio, assumere consapevolezza...
certo Arumi, sei piccolina (di età s'intende), può essere che la malattia ti irriti, sta di fatto che la si può considerare uno stato quasi fisiologico (mi rendo conto che può sembrare antitetico, ma non lo è, fidati, sarebbe troppo lungo da spiegare).

fellini il mio commento non era basato sul bisogno di nascondere la malattia del personaggio, nè voleva essere ostile o peggio, riduttivo, delle problematiche e del bisogno di vivere e chiarire certe situazioni indipendentemente dal proprio stato di salute. A me semplicemente non era venuto in mente il significato che hai visto tu, e che adesso ho capito, e per questo mi appariva ridondante.

CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 13:52)
CITAZIONE
A mio parere il momento in cui il padre rivede i figli sarebbe dovuto essere più forte emotivamente parlando, il momento in cui scopre che delle loro vite lui ha saputo e sa solo un'infinitesima parte poteva essere più sconvolgente,

stiamo vedendo un uomo abituato a tenersi tutto dentro, ma affidabile, presente...non cerca di violare gli spazi dei figli, cerca di arrivare a loro per una via veramente difficile, ma è lì che si impegna...io lo trovo tenerissimo, mi verrebbe voglia di coccolarlo per lo sforzo che fa; capisci che in realtà il legame con le figlie è forte perché entrambe, in maniera non trasparente, gli presentano gli amori della loro vita, perché sono orgogliose sia dei partner che del loro padre.

Ecco a me è proprio De Niro che non mi fa venire questa sensazione, Frank non mi è apparso come un uomo incapace di comunicare.

CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 13:52)
CITAZIONE
Fino a quel momento li aveva visti sempre singolarmente bambini, per cui fargli avere una riunione, in quel momento del film, mentre lui è incosciente serve solo, secondo me, allo spettatore per fargli capire che Frank sa tutto. Punto. ...potevano trovare un altro escomatage!

ma perché ideare un'altra soluzione, dove sta scritto?
... questa è efficace...e poi immagino sia più nella norma ricordare i figli seduti assieme a tavola, che parlano da adolescenti, piuttosto che singolarmente; chi si fa una famiglia (beh, adesso ammetto che c'è un po' di caos) ama i momenti conviviali, avere tutti i figli seduti allo stesso tavolo, a parlare di sciocchezze...

Qua lo ammetto è stato un commento pò sui generis; più che sulla qualità del film, mi sono lasciata andare a una mia idea di come si sarebbe potuto fare :D
CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 13:52)
CITAZIONE
Mi è piaciuta invece la scena finale nella galleria, lì a dire il vero mi stavo commuovendo...cosa rara per me.

Al cinema era seduta vicina ad una che scuoteva tutta la fila delle seggiole da tanto che singhiozzava, per tutto il film...io mi sono commossa spesso, ho apprezzato gli sforzi di Frank e dei suoi ragazzi perché li ho già visti, devo dire sono spesso anche i miei sforzi...insomma, lo capisco, sono empatica con lui e con i suoi figli, un'apparente incomunicabilità infarcita di amore e di rispetto...

Addirittura??? :woot:

CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 13:52)
CITAZIONE
Seconda questione: gli attori, ora sia la Berrymore che la Beckinsale per non parlare di De Niro sono bravi però non si amalgamano molto tra loro, soprattutto la Beckinsale con De Niro; ad un certo punto ho avuto il timore che il film fosse stato costruito a scatole chiuse per cui i fratelli non si sarebbero mai incontrati.

non è che gli attori non si amalgamano, loro interpretano i ruoli di persone che per una vita hanno avuto l'interfaccia della mamma che ora non c'è più a svolgere il suo ruolo, è in questo gli attori sono superbi.

E anche qua, non ci avevo proprio pensato che potesse essere questo!!! Cioè avevo capito che il padre avesse sempre avuto coi figli un rapporto mediato dalla moglie, però pensavo che nel momento del confronto sarebbe emerso lo spirito di famiglia che Frank più volte richiama con la sua idea di avere tutti intorno allo stesso tavolo a Natale.

CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 13:52)
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ambientazione(le case o i luoghi di lavoro dei figli, così vuoti grandi e impersonali) fosse così improntata su questa dimensione.

Questa è una cosa soggettiva, io per esempio che amo le case spaziose e brulle, vuote, con un'architettura bassamente impattante ho veramente apprezzato l'arredamento e gli spazi (ma qui è un fatto meramente di gusto estetico, non c'entra con il cinema, va ricordato che le proporzioni non fanno né la vita né i film, è una questione futile, può appagare il proprio gusto estetico, il proprio edonismo, ma ribadisco che la vita delle persone intelligenti, per fortuna, è tutta un'altra storia).

Di questo ho già parlato, aggiungo solo che in certi casi, secondo me, la scenografia e la contestualizzazione geografica e puramente fisica sono elementi rilevantissimi nel racconto cinematografico.

CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 13:52)
In conclusion, non so se sono stata all'altezza dei tuoi sforzi critici, mi auguro di sì; ho cercato, riuscendoci, di staccarmi dal forum perché mi consumava troppo tempo...ma Arumi, i tuoi commenti cinematografici e le tue provocazioni sono una tentazione...e ho risposto subito perché sciando mi sono fracassata una spalla quindi sono sul divano con il laptop per i prox 10 gg...

...per finire, credo che il tuo punto di vista sul film sia influenzato, contaminato dalla tua età ma anche da una cultura (quella del sud Italia) più propensa ad esternare la propria affettività, le proprie emozioni...insomma più aperta; grazie una volta ancora Arumi per gli spunti di riflessione

fellini certo che sei stata all'altezza, però ti dirò che mi dispiace essere stata poco chiara nel primo mio commento critico... ora vedi di guarire presto, mi raccomando!!! ;)

PS ultima cosa, io non vorrei sembrarti pedante perchè vado a puntualizzare, ma ti assicuro che nella realtà molte persone mi hanno detto esattamente il contrario, ossia che sono troppo "fredda" e poco propensa a dire quello che provo(e in effetti mi sento un pò estranea alla cultura caserecca mediterranea). Credo che come in tutte le cose anche qua ci sia una via di mezzo... ^_^
 
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fellini
view post Posted on 27/1/2011, 17:26




CITAZIONE
mi sono soffermata sull'ambientazione. Se ci fai caso, il regista non sceglie mai un luogo veramente vissuto; vediamo la casa di Frank, il supermercato, la stazione degli autobus, dei treni, la villa della figlia, il teatro dove lavora il figlio, l'agenzia dove compra i biglietti, la finta casa dell'altra figlia, tutti accomunati da alcuni elementi: sono enormi, dai colori chiari, talmente spaziosi che non c'è quasi mai un contatto fisico vero e proprio, e con persone completamente estranee allo stato di smarrimento di Frank(come pure della vicenda del fratello in Messico).
CITAZIONE
Questo aspetto lo sottolineo perchè mi ha colpito molto soprattutto se paragonato ad un altro film francese che ho visto da poco(che è completamente agli antipodi, pur trattando anche lì di persone sole) "Il riccio", in cui si parla del desiderio di emarginazione di una donna e di propositi suicidi di una bambina (spero che tu l'abbia almeno sentito ).

...ho visto "il riccio"...

Effettivamente il film sembra il trionfo di quelli che "l'architettura del paesaggio" (come disciplina) chiama "NON LUOGHI", e cioè spazi non identitari, in cui nessuno si riconosce e si identifica, privi del "genius loci"; in sostanza luoghi agli antipodi delle piazze che invece sono luoghi di incontro, contaminazione, condivisione, convivialità. Tipici esempi di non luoghi sono gli aeroporti, i centri commerciali, le stazioni, spazi iperaffollati, che non aggregano ma che pur tuttavia catturano l'interesse delle nuove generazioni ma non solo (mi riferisco agli orrendi e caotici centri commerciali). Detto ciò penso che le motivazioni di tali ambientazioni siano tre: sottolineare il gap che c'è quando poi tornano tutti (beh, non proprio tutti come sappiamo!) a casa, con il tacchino, quest'ultimo da sempre archetipo, forse simulacro di unione famigliare americana;
inoltre questi luoghi sono la metafora di quell'intimità che manca tra padre e figli, di quelle mezze verità, di quelle cose non dette, e su questo punto sono proprio orgogliosa di te Arumi, hai colto nel segno. Ancora, questi paesaggi sono anche un po' l'universo che Frank, per provvedere al meglio alla famiglia, è stato costretto a frequentare per anni, chilometri di fili sospesi sulla sconfinata provincia americana, senza punti di arrivo e di partenza, senza un inizio ed una fine. E se ci pensi, tutte quelle parole veicolate da quei fili e lui che prende a girare questo desolato (perché l'America oggi è più questo, pensa alle campagna elettorale negli stati meno prestigiosi degli USA!) territorio alla ricerca di quel faccia a faccia che possa far ritornare le cose come stavano prima. Insomma, il mondo può essere asettico ma lui ne aveva uno contaminato e che gli piaceva fin che la moglie era viva, una nicchia ristoratrice, in cui tutti gli sforzi per i figli potevano essere compresi e giustificati.

La terza motivazione per me è quella di dar voce ad un'America priva di fasti paesaggistici, di fascino metropolitano, un po' come togliersi la maschera, che a mio avviso sarebbe anche ora.

CITAZIONE
però pensavo che nel momento del confronto sarebbe emerso lo spirito di famiglia che Frank più volte richiama con la sua idea di avere tutti intorno allo stesso tavolo a Natale.

Le relazioni umane si costruiscono con fatica, con costanza e tenacia e vanno monitorate nel loro divenire e poi nel loro evolversi, molti di noi al cambiare di qualcuno non riescono ad adeguarsi; comunque, a volte si vuole qualcosa di fisico, materiale (avere i ragazzi intorno al tavolo), ma per che la cosa sia sentita il lavoro è tanto...(per me il film vuole dire questo)

CITAZIONE
Ecco a me è proprio De Niro che non mi fa venire questa sensazione, Frank non mi è apparso come un uomo incapace di comunicare.

Anche a me un tempo De Niro non piaceva, ora lo trovo straordinario, e questo suo personaggio in maniera particolare, coraggioso senza darlo a vedere, con indifferenza, ostinato ma non autoritario...e quando matura competenza enologica tra una fallita ed una riuscita rimpatriata? lo trovo assolutamente meraviglioso...

CITAZIONE
PS ultima cosa, io non vorrei sembrarti pedante perchè vado a puntualizzare, ma ti assicuro che nella realtà molte persone mi hanno detto esattamente il contrario, ossia che sono troppo "fredda" e poco propensa a dire quello che provo(e in effetti mi sento un pò estranea alla cultura caserecca mediterranea). Credo che come in tutte le cose anche qua ci sia una via di mezzo...

Allora, hai ragione, concordo con te, il mio non voleva essere un netto distinguo culturale, certamente ci sono sfumature, gradazioni di colori, grazie a Dio (perchè non saprei chi altro ringraziare!) siamo entrambe italiane :)

Edited by fellini - 27/1/2011, 17:59
 
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Arumi
icon4  view post Posted on 27/1/2011, 18:42




CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 17:26)
...ho visto "il riccio"...

Effettivamente il film sembra il trionfo di quelli che "l'architettura del paesaggio" (come disciplina) chiama "NON LUOGHI", e cioè spazi non identitari, in cui nessuno si riconosce e si identifica, privi del "genius loci"; in sostanza luoghi agli antipodi delle piazze che invece sono luoghi di incontro, contaminazione, condivisione, convivialità. Tipici esempi di non luoghi sono gli aeroporti, i centri commerciali, le stazioni, spazi iperaffollati, che non aggregano ma che pur tuttavia catturano l'interesse delle nuove generazioni ma non solo (mi riferisco agli orrendi e caotici centri commerciali). Detto ciò penso che le motivazioni di tali ambientazioni siano tre: sottolineare il gap che c'è quando poi tornano tutti (beh, non proprio tutti come sappiamo!) a casa, con il tacchino, quest'ultimo da sempre archetipo, forse simulacro di unione famigliare americana;
inoltre questi luoghi sono la metafora di quell'intimità che manca tra padre e figli, di quelle mezze verità, di quelle cose non dette, e su questo punto sono proprio orgogliosa di te Arumi, hai colto nel segno. Ancora, questi paesaggi sono anche un po' l'universo che Frank, per provvedere al meglio alla famiglia, è stato costretto a frequentare per anni, chilometri di fili sospesi sulla sconfinata provincia americana, senza punti di arrivo e di partenza, senza un inizio ed una fine. E se ci pensi, tutte quelle parole veicolate da quei fili e lui che prende a girare questo desolato (perché l'America oggi è più questo, pensa alle campagna elettorale negli stati meno prestigiosi degli USA!) territorio alla ricerca di quel faccia a faccia che possa far ritornare le cose come stavano prima. Insomma, il mondo può essere asettico ma lui ne aveva uno contaminato e che gli piaceva fin che la moglie era viva, una nicchia ristoratrice, in cui tutti gli sforzi per i figli potevano essere compresi e giustificati.

La terza motivazione per me è quella di dar voce ad un'America priva di fasti paesaggistici, di fascino metropolitano, un po' come togliersi la maschera, che a mio avviso sarebbe anche ora.

mi devo un attimo riprendere dopo le tue parole....
Allora: in effetti il paesaggio desolato che dici l'ho visto molto protagonista nel racconto (infatti prima a quello mi riferivo); adesso però leggendo le tue motivazioni mi sembra che il personaggio di Frank sia ancora più commovente e pietoso di prima. :rolleyes:
Dobbiamo aprire una discussione anche su "Il riccio" :sìsìsì:

CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 17:26)
CITAZIONE
però pensavo che nel momento del confronto sarebbe emerso lo spirito di famiglia che Frank più volte richiama con la sua idea di avere tutti intorno allo stesso tavolo a Natale.

Le relazioni umane si costruiscono con fatica, con costanza e tenacia e vanno monitorate nel loro divenire e poi nel loro evolversi, molti di noi al cambiare di qualcuno non riescono ad adeguarsi; comunque, a volte si vuole qualcosa di fisico, materiale (avere i ragazzi intorno al tavolo), ma per che la cosa sia sentita il lavoro è tanto...(per me il film vuole dire questo)

fellini neanche a questo avevo pensato... :unsure:

CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 17:26)
CITAZIONE
Ecco a me è proprio De Niro che non mi fa venire questa sensazione, Frank non mi è apparso come un uomo incapace di comunicare.

Anche a me un tempo De Niro non piaceva, ora lo trovo straordinario, e questo suo personaggio in maniera particolare, coraggioso senza darlo a vedere, con indifferenza, ostinato ma non autoritario...e quando matura competenza enologica tra una fallita ed una riuscita rimpatriata? lo trovo assolutamente meraviglioso...

De Niro l'ho apprezzato molto ne "Il padrino parte II" e in "The Slepeers" (e nel recente "Distastro a Hollywood), però non posso dire di conoscerlo bene, anzi un pò in maniera presuntuosa lo considero l'archetipo di attore che dopo una GRANDE carriera si butta sui filmetti da blockbuster per rimanere nel giro. Però ammetto che forse esagero un pò.

CITAZIONE (fellini @ 27/1/2011, 17:26)
CITAZIONE
PS ultima cosa, io non vorrei sembrarti pedante perchè vado a puntualizzare, ma ti assicuro che nella realtà molte persone mi hanno detto esattamente il contrario, ossia che sono troppo "fredda" e poco propensa a dire quello che provo(e in effetti mi sento un pò estranea alla cultura caserecca mediterranea). Credo che come in tutte le cose anche qua ci sia una via di mezzo...

Allora, hai ragione, concordo con te, il mio non voleva essere un netto distinguo culturale, certamente ci sono sfumature, gradazioni di colori, grazie a Dio (perchè non saprei chi altro ringraziare!) siamo entrambe italiane :)

L'hai detto! :B):

A conclusione mi sento di dire che: o prima di vedere un film ci mettiamo d'accordo e ci sentiamo così mi spieghi le cose da notare assolutamente oppure mi dovrò abituare a valutare e capire solo in un secondo momento certe sfumature che da sola considererei quisquilie!!! :ihhhhh:
 
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18 replies since 21/12/2010, 10:13   188 views
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