Film Italiani, dal 2000 in poi

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Arumi
icon9  view post Posted on 7/8/2010, 19:44




Apro questo topic per parlare, in generale, di tutti i film italiani prodotti negli ultimi dieci anni, dato che l'evidente e perdurante stato di crisi del nostro cinema ci impedisce di poter parlare di un film italiano in maniera approfondita e scientifica come di un capolavoro (anche se devo ammettere che negli ultimi due-tre anni siamo migliorati, a mio modesto avviso) e quindi di aprire dei topic.

Vi esorto a collaborare attivamente al topic con schede, commenti, notizie, opinioni; soprattutto di queste, alla sottoscritta infatti serve aprire la mente!!! :lol:
 
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fellini
icon1  view post Posted on 8/8/2010, 01:20




CITAZIONE (Arumi @ 7/8/2010, 20:44)
Apro questo topic per parlare, in generale, di tutti i film italiani prodotti negli ultimi dieci anni, dato che l'evidente e perdurante stato di crisi del nostro cinema ci impedisce di poter parlare di un film italiano in maniera approfondita e scientifica come di un capolavoro (anche se devo ammettere che negli ultimi due-tre anni siamo migliorati, a mio modesto avviso) e quindi di aprire dei topic.

Vi esorto a collaborare attivamente al topic con schede, commenti, notizie, opinioni; soprattutto di queste, alla sottoscritta infatti serve aprire la mente!!! :lol:

L'arco di tempo mi sembra troppo breve, si rischia di commentare solo l'arredamento interno degli appartamenti di quell'Italia ricchissima che non è così capillarmente diffusa come vogliono farci credere, o, al contrario, un'Italia degradata, i margini di una società di svantaggiati socio-economici che non so quanto sia realistica. ^_^

Comunque, da qualche parte bisogna iniziare con il cinema italiano, fermo restando che urge recuperare poi il cinema degli anni '70 e naturalmente il neorealismo e post-neorealismo.
Per questo topic mi propongo di seguire come filo guida Margherita Buy, ha fatto molto, bene, e si è mossa con disinvoltura attraverso ceti bassi, medi ed alti. Domani ci penso.

P.S.: Arumi, va anche recuperato il montaggio intellettuale, è fondamentale per capire il cinema come la pubblicità, etc.
E un'altra idea è quella di seguire la produzione artistica di qualche grande regista (es: Bergman, Allen, Pasolini), si ha una lettura non solo cinematografica ma anche storico-politica e con Allen e Pasolini si rispolvera la cultura classica :wub:

(visto tutti questi regolamenti, ma io potevo scrivere qui o dovevo mandarti un mp?) :wacko:
 
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Arumi
view post Posted on 8/8/2010, 13:51




fellini io ho aperto questo topic giusto per parlare un pò dei film nostrani degli ultimi anni ^_^ ....il neo-realismo e gli anni d'oro del nostro cinema meritano altri topic e altra creatrice.... ;)
 
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Arumi
view post Posted on 11/8/2010, 17:02




Come Dio Comanda
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Come Dio Comanda (Ita, 2008) di Gabriele Salvatores; con Elio Germano, Filippo Timi, Fabio De Luigi, Angelica Leo, Alvaro Caleca.

Un padre e un figlio. Soli contro tutti. Un rapporto d’amore tragico, violento ed inossidabile. Rino, disoccupato, nazifascista con le svastiche disegnate in casa, è un lavoratore precario. Cristiano, 14 enne, è il figlio da educare, da far crescere in questo mondo che ha dimenticato l’amore per la patria. Un figlio che venera il padre, che lo ama con tutte le proprie forze, considerandolo una guida spiriturale, un faro da seguire, un Dio da rispettare quando ordina e comanda…

5 anni dopo Io non ho Paura, si incontranuo nuovamente Gabriele Salvatores e Niccolò Ammaniti con quest’attesa e complicatissima trasposizione del celebre romanzo omonimo. In una provincia del nord Italia fredda, desolante e alienante, Salvatores smonta il romanzo di Ammaniti, concentrandosi quasi esclusivamente sull’incredibile rapporto d’amore tra padre e figlio, così ’sbagliato’ e politicamente scorretto da non poter conquistare, tra alti e bassi…

Inevitabilmente diverso. Portare in sala le 500 pagine dello splendido romanzo di Niccolò Ammaniti, rimanendone assolutamente fedele, era praticamente impossibile. Salvatores ha raggirato il problema concentrandosi su quello che è il cuore del romanzo, ovvero il rapporto tra Rino e Cristiano, padre e figlio, soli e fondamentali l’uno per l’altro.

Violento, nazifascista e perennemente in bilico tra lucidità e follia, Rino educa Cristiano seguendo delle linee guida che sono estremamente precise nella sua folle e lucida mente. Con amore gli insegna l’odio nei confronti del diverso, degli extracomunitari, degli omosessuali. Gli insegna a picchiare, a fare a botte, a spaccare nasi con la testa, a sparare, a non farsi mai mettere sotto, a farsi sempre rispettare, senza però mai toccarlo con un dito.

E Cristiano è lì che lo ascolta, con gli occhi di un figlio innamorato del padre, rispettato, quasi venerato, se non idolatrato. Sono soli al mondo. Soli contro tutti, in una società che non li capisce, prendendo una direzione sbagliata, da invertire, costi quel che costi. Al loro fianco c’è solo Quattro Formaggi, il matto del paese, il buffone, quello che tutti deridono, tranne Rino, suo unico amico e protettore.

Quattro Formaggi vive per Rino ed adora Cristiano. Sono la sua famiglia, le uniche persone ‘reali’ con cui parlare, esclusi i pupazzetti dell’enorme Presepe che tiene in casa e lei, Ramona, una porno attrice vestita da Cappuccetto Rosso vista e rivista in continuazione in videocassetta, con tanto di trasformazione cronenberghiana della tv.

Tutto questo Salvatores lo porta in sala con una macchina perennemente in spalla, vicina ai protagonisti, tanto da entrargli dentro, da portare sullo schermo le loro emozioni, i loro pensieri, le loro sensazioni. Accompagnato da una magnifica fotografia, e da una colonna sonora che mischia rock e pop, passando dagli sconosciuti Mokadelic a Robbie Williams, il film procede lungo tre atti, quasi shakesperiani nel loro svolgimento.

Il secondo, quello centrale, quello che porterà i tre protagonisti, così politicamente scorretti, così fastidiosi e così fuori luogo, nel bel mezzo di un pauroso bosco, sotto un vero e proprio diluvio universale, cambierà per sempre le loro vite. Una vera e propria favola dark, un cappuccetto rosso a tinte cupe, cupissime, con un terribile omicidio a completare il quadro. L’indistruttibile Rino scoprirà di essere fragile, il cieco ed illuso Cristiano comincerà ad alimentare dubbi sul proprio mito, mentre il povero Quattro Formaggi finirà in un tunnel di rimorsi senza via d’uscita. Tutti e tre finiranno nel fango, perennemente bagnati da una pioggia che non purifica, per rialzarsi ancor più sporchi di prima…

Finalmente promosso ad attore protagonista Filippo Timi, giovane realtà ( è assurdo chiamarlo ancora una promessa… ) del cinema italiano. Estremamente ( troppo?) teatrale nella recitazione, Timi porta in sala un Rino perfetto, un Rino scorbutico che odia il mondo e prova amore solo per il proprio figlio, quel Cristiano che gli assistenti sociali gli porterebbero via nel giro di 5 minuti. Eccessivo, infantile, quasi grottesco Elio Germano, dipinto come un folletto della foresta in cerca dell’amore, trovato in un vhs diventato illusoriamente e tragicamente realtà. Al loro fianco il giovanissimo Alvaro Caleca, straordinario quindicenne nei panni del bello e dannato Cristiano.

Ancora una volta Salvatores si dimostra strepitoso nel dirigere piccoli attori, portando in sala l’amore folle, incondizionato ed irrazionale di questo figlio nei confronti del padre. Il piccolo Caleca supera a pieni voti la difficilissima prova, bucando lo schermo con quegli occhi pieni di odio e d’amore, di speranza e di compassione.

Senza dimenticare l’Italia di oggi, quell’Italia che si appassiona ai fatti di Cronaca, che spettacolarizza i brutali omicidi e che mediaticamente circonda i tragici funerali, Salvatores trasforma il romanzo di Ammaniti in una vera e propria favola di paura, così surreale, grottesca e al tempo stesso possibile da inquietare ed affascinare. Non mancano le stonature, con alcuni dialoghi ed alcuni ‘momento recitativi’ estremamente forzati, così come alcune situazioni obiettivamente difficili se non impossibili o la strana ’scelta’ pop musicale ( con annesso il suo utilizzo… ). Tutto viene però cancellato da quell’amore così incredibilmente eccessivo da risultare sconvolgente.

Navigando tra il genere drammatico, il noir, il thriller a tinte d’horror, quello romantico, favolistico e tragicamente attuale, Salvatores non raggiunge i livelli del romanzo di Ammaniti ma trasforma il tutto attraverso tre personaggi, plasmati con il fango, bagnati dall’odio, dall’amore, dalle lacrime, dal sangue e da quell’incessante pioggia mandata giù da chi comanda, in semplice ed emozionante Cinema d’Autore.
(fonte Cine|blog.it)
 
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Keybook
view post Posted on 14/8/2010, 10:59




Di questo film ho letto anche il libro: Ammaniti è uno dei miei scrittori preferiti.

Il libro è stupendo, ma anche il film non mi è dispiciuto. Bravissimi tutti da Elio Germano, sino al piccolo protagonista.

A me è piaciuto di più rispetto alla versione cinematografica di "Io non ho paura" (il libro è centomila volte migliore!!!)

Edited by Keybook - 14/8/2010, 15:25
 
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Arumi
view post Posted on 14/8/2010, 13:40




Io ho visto il film senza aver letto il libro e devo dire che mi ha colpito positivamente.
Ho molti pregiudizi nei confronti del cinema italiano degli ultimi anni, ma devo dire che questo film mi ha stupito molto. La fotografia, la recitazione di Elio Germano (attore che conoscevo ma che qui secondo me ha dato il meglio), la storia in sè davvero particolare, la forza di certe immagini, e le perfomance di Filippo Timi sono state sorprendenti e mi hanno fatto pensare che con un pò di sforzo possiamo anche noi raggiungere degli ottimi livelli.
 
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flowergal309
view post Posted on 22/9/2010, 17:06




E' da un po' che volevo commentare questo post su Come Dio Comanda :P perché ho visto il film e letto il libro, preferisco quest'ultimo, ma visto quello che hanno dovuto sacrificare per adattarlo al cinema penso sia inevitabile, nel libro c'è molto di più e tra l'altro nonostante la mole si legge benissimo, in pochissimo tempo, anche se me lo sono anche già dimenticato in parte :P :blink:
I personaggi me li ero immaginati leggermente diversi, Rino nel libro mi sembra più cattivo e anche 4 formaggi, nel libro la sua psiche diciamo è esplorata in maniera molto più approfondita e sebbene quello che fa sia una cosa a dir poco mostruosa, leggendo che gli girava per la testa appare in una luce diversa. Non so nel film sembra solo un pazzo squilibrato e pure represso, che sì un po' lo è ma nel libro mi è apparso un personaggio più complesso. L'assistente sociale anche me lo immaginavo leggermente più mite, a volte m'è parso aggressivo, mentre nel libro mi sembra solo un povero disgraziato. Infatti pensavo che Fabio De Luigi fosse una buona scelta...
Il libro tra l'altro mi è sembrato anche più violento del film. Il finale del libro è più amaro e rimane aperto in un certo senso, mentre nel film danno una sorta di chiusura, però il finale del film non mi è dispiaciuto. Non sono tanto convinta della canzone di Robbie Williams durante tutto il film :lol: non lo so in un film così non ce la vedo tanto...
Rino di sicuro non è un esempio da imitare, però mi piace quella frase che dice sulla libertà, non la trovo tanto sbagliata... nel libro ora che ci penso non mi ricordo che lo dica... nel film invece m'ha colpito subito.

Ed a proposito di film italiani dell'ultimo decennio (visto che è uscito fuori anche in un altro topic :P) l'altro giorno mi sono vista "Tutta la vita davanti" con Isabella Ragonese e tra gli altri un'altra volta Elio Germano :P Il film è di Paolo Virzì, una commedia 'amara' sul precariato ed in particolare sulla realtà dei call center :o: :(
Pur essendo una commedia non mette tanto di buonumore, indipendentemente dal fatto se la situazione ci tocca personalmente o meno, è una triste realtà dei nostri tempi, nel film oltre ai precari compare cmq anche qualche raccomandato, c'è chi ce la fa come il ragazzo della protagonista, mancano gli stagisti non retribuiti...
Ci sono dei momenti divertenti anche qui, però in generale non è la commedia per far ridere, più che altro fa riflettere, come dice la recensione lascia un po' un senso d'angoscia alla fine, anche se con la scena finale volendo scappa un sorriso (anche la lacrimuccia però.... )
Isabella Ragonese m'è piaciuta anche qui, è il primo film da protagonista, quindi se c'è anche qualche imperfezione è normale, poi penso sia proprio l'attrice ed il volto giusto per il personaggio di Marta. Mi fa ridere quando fanno la coreografia ad inizio giornata e lei è sempre un po' lì, che la fa con le altre, ma non è tanto convinta, penso si senta un po' idiota a fare quella cosa... giustamente -_-
Nel cast ci sono anche Valerio Mastrandrea, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini e Micaela Ramazzotti e c'è la voce narrante di Laura Morante.
Anche questo film è tratto da un libro, "Il mondo deve sapere" di Michela Murgia, che appunto racconta l'esperienza di una ragazza in uno di questi call center.
Questa è la recensione da FilmUp:
CITAZIONE
Sempre attento a registrare e riportare i cambiamenti della vita sociale del Paese, Paolo Virzì è forse l’unico nostro regista capace di rielaborare, a suo modo e con intelligenza, la troppe volte evocata a sproposito commedia all’italiana. Ciò che emerge dai suoi film è sempre una riflessione su ciò che siamo diventati o che stiamo diventando, è il mondo che viviamo o che ci circonda da molto vicino.
Anche la peggiore delle situazioni, come quella qui raccontata di una ragazza intelligente e laureata costretta, come tante altre, a lavorare in un call center perché quella è l’unica occupazione che le si offre, viene stemperata con quel tono ironico (e qui anche grottesco) che riesce nell’impresa di intrattenere (le circa due ore filano via alla grande) e allo stesso tempo a gettare una forte malinconia (perché fondata sulla realtà e non su un espediente narrativo).
Non è un caso se in un momento del film si riveda un frammento di quel “C’eravamo tanto amati” che ricostruiva il ritratto di una generazione, quella che dopo la guerra pensava che tutto sarebbe stato possibile. “Volevamo cambiare il mondo, ma il mondo ha cambiato noi” diceva l’ex professore Nicola Palumbo. La generazione di oggi forse un ideale neanche lo ha mai avuto, il sistema e il pensiero attuale hanno fatto sì che in pochi pensino che la solidarietà e l’unione siano in grado di fare la forza. Non solo le colleghe di Marta, la protagonista, non ascoltano e non si rivolgono al sindacalista interpretato da Mastrandrea, ma quest’ultimo stesso rappresenta un personaggio contraddittorio e non così efficace, attento forse anche lui più alla notizia che al radicamento del problema.
L’occhio senza pregiudizi di Marta diventa così l’espediente per scandagliare un universo di tipi umani sempre più reali. Non c’è condanna in Virzì neanche per chi non sta all’ultimo gradino della scala gerarchica: i capi sono personaggi altrettanto tragici e miseri nella loro vita da reality.
L’ossessione per essere dei numeri uno, la prostituzione del corpo (come accade al personaggio di Sonia) e quella del cervello (Marta, che non a caso è la migliore del suo turno), la meschinità con cui aziende che cercano di vendere per telefono cercano di farsi ricevere a casa puntando sulla bontà di cuore di persone per lo più anziane preoccupate del mondo che stanno lasciando: “se riceverà un nostro incaricato aiuterà noi giovani che lavoriamo qui al call center e che veniamo pagati ad appuntamento”.
Sono tanti gli spunti veri (per chi non lo sapesse, in quei luoghi davvero c’è la musica prima di iniziare la giornata, così come sono realistici tanti altri momenti) e quando Virzì e il suo fidato co-sceneggiatore Francesco Bruni decidono di andare un pò oltre e cavalcare quell’aspetto grottesco sopra citato, lo fanno con mestiere e buon gusto, senza risultare ridicoli. Dietro quella che potrebbe sembrare ogni tanto una forzatura (l’omicidio in ufficio o la videochiamata sulle tette), c’è sempre un elemento di riflessione da far passare o un ballo da insegnare perché si cominci a capire quale sia il ritmo di questa vita che il titolo del film dice essere davanti, mentre il film stesso puntualizza essere sì davanti, ma chiusa.
Perfetto tutto il cast, capitanato dalla quasi esordiente Isabella Ragonese. La sua bellezza non appariscente, il suo sguardo non giudicante, ma comunque deciso e attento, buca lo schermo. Massimo Ghini e Sabrina Ferilli ritrovano assieme Virzì dopo Ferie d’Agosto, e danno il loro contributo in ruoli non principali, ma comunque importanti. Intenso Elio Germano, sempre bravo Mastrandrea, bella e ben inserita nella parte della ragazza superficiale, ma dall’animo tragico, Micaela Ramazzotti. Virzì sceglie bene le sue facce per quello che forse è il suo miglior film.

E quella di MyMovies:
CITAZIONE
Nel bel mezzo di una corale apertura onirica a suon di Beach Boys, la voce narrante di Laura Morante ci introduce cautamente nella favola nera di Marta, ventiquattrenne siciliana trapiantata a Roma neolaureata con lode, abbraccio accademico e pubblicazione della tesi in filosofia teoretica.
Umile, curiosa e un poco ingenua, Marta si vede chiudere in faccia le porte del mondo accademico ed editoriale, per ritrovarsi a essere "scelta" come baby-sitter dalla figlia della sbandata e fragile ragazza madre Sonia (interpretata con struggente intensità da Micaela Ramazzotti). È proprio questa "Marilyn di borgata" a introdurla nel call center della Multiple, azienda specializzata nella vendita di un apparecchio di depurazione dell'acqua apparentemente miracoloso.
Da qui inizia il viaggio di Marta in un mondo alieno, quello dei tanti giovani, carini e "precariamente occupati" italiani: in una periferia romana spaventosamente deserta e avveniristica, isolata dal resto del mondo come un reality, la Multiple si rivela pian piano al suo sguardo ingenuo come una sorta di mostro che fagocita i giovani lavoratori, illudendoli con premi e incoraggiamenti (sms motivazionali quotidiani della capo-reparto), training da villaggio vacanze (coreografie di gruppo per "iniziare bene la giornata") per poi punirli con eliminazioni alla Grande fratello. Un mondo plasticamente sorridente e spaventato, in cui vittime (giovani precari pieni di speranze come il fragile Lucio 2 di Elio Germano) e carnefici (Ghini e Ferilli, di nuovo insieme diretti da Virzì dopo La bella vita) sono accomunati da una stessa ansia per il futuro che si tramuta in folle disperazione. Non c'è scampo per nessuno all'interno di queste logiche di sfruttamento, e a poco servirà il tentativo dell'onesto ma evanescente sindacalista Giorgio Conforti (Valerio Mastandrea) di cambiare idealisticamente un mondo che difficilmente può essere cambiato.
Prendendo spunto dal libro della blogger sarda Michela Murgia, "Il mondo deve sapere", Virzì esplora con gli occhi di Marta, attraverso il viso curioso della fresca Isabella Ragonese (per adesso solo una piccola parte in Nuovomondo), l'inferno di questo precariato con tutta la vita davanti; e lo fa con lo spirito comico e amaro che da sempre lo contraddistingue. Accentuando stavolta i toni tragicomici e grotteschi da commedia nera, il regista toscano dà vita a un'opera corale, matura e agghiacciante, che rivisita (attualizzandola) la miglior tradizione della commedia amara alla Monicelli, costruendo – grazie anche all'apporto del fido sceneggiatore Francesco Bruni – personaggi complessi e sfaccettati, teneri e feroci, comici e tragici a un tempo, ma tutti disperatamente umani e autentici. Con la stessa umiltà e onestà intellettuale di Marta, Virzì si muove tra le spaventose dinamiche del mondo moderno senza mai cadere nel facile giudizio, nel pietismo o – vista l'attualità del tema – nella trappola del film a tesi, mantenendo sempre in primo piano il suo amore per gli ultimi e una compassione per le sue creature disperate e perfide, figlie di una società malata, ma forse non ancora in fase terminale. E se Marta può ancora sognare un mondo migliore per sé e per la bambina cui fa da baby-sitter, un mondo che balla spensierato ascoltando i Beach Boys e si affeziona a una voce telefonica, tutto attorno resta un ritratto allarmante dell'Italia di oggi, che Virzì svela sapientemente sotto una patina di sinistra comicità. Un'Italia dolce e amara quella di Tutta la vita davanti, che commuove e angoscia lasciandoci con un groppo in gola, come quell'ovosodo che non andava né su né giù.

Ed ecco il trailer:

 
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Arumi
view post Posted on 2/10/2010, 14:23




Questo film non l'ho ancora visto, sarà forse per colpa del tema che mi angoscia alquanto, ma credo che un sguardo, fosse anche solo per il fatto che il regista Paolo Virzì proporrà il suo ultimo film alle selezioni per gli Oscar di quest'anno, ce lo dovrò dare!
Ma era praticamente il primo film da protagonista della Ragonsese?
Vedendo i ruoli, e considerando i film drammatici o stile commedia seri(non cinepanettoni e altre idiozie)che si stanno facendo in Italia, di attori veri e propri di un certo livello abbiamo come uomini solo Mastrandea, Timi e Germano, di più non me ne vengono. Che amarezza!
 
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flowergal309
view post Posted on 4/10/2010, 16:38




Beh sì è un film non facile da digerire... nonostante si presenti come una commedia poi, però è un bel film ed è giusto che si parli anche di queste cose, visto che vogliono farci credere che va tutto bene e la crisi è superata, eh proprio! <_<
E sì la Ragonese ha debuttato qui come protagonista che io sappia, prima aveva fatto parti minori. Ha anche fatto un film che dovrebbe uscire fra un po' che mi pare interessante, il più delle volte le capitano dei bei ruoli da quanto ho visto :)
Il film di Virzì proposto per gli oscar non l'ho visto, se non sbaglio ci sono di nuovo Mastrandrea e Ramazzotti...
Per quanto riguarda gli attori maschi concordo con te, forse tra i giovani anche un Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino e volendo Scamarcio non sono male...
 
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Arumi
view post Posted on 4/10/2010, 16:45




Favino è bravo, ma secondo me deve ancora dimostrare di essere un attore con la A maiuscola, nel senso che a aprte qualche commedia carina, e qualche film-drama un pò così non l'ho mai visto mai molto bene. Di sicuro ha una bella dizione, e un bella verve comica, ma gli manca la parte che possa fargli fare un salto di qualità. Su Scamarcio non parlo dico solo che sono pienamente d'accordo con chi dice che ha solo due espressioni: quella con il giubbino di pelle e quella senza.
 
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flowergal309
view post Posted on 4/10/2010, 16:57




CITAZIONE (Arumi @ 4/10/2010, 17:45)
Favino è bravo, ma secondo me deve ancora dimostrare di essere un attore con la A maiuscola, nel senso che a aprte qualche commedia carina, e qualche film-drama un pò così non l'ho mai visto mai molto bene. Di sicuro ha una bella dizione, e un bella verve comica, ma gli manca la parte che possa fargli fare un salto di qualità. Su Scamarcio non parlo dico solo che sono pienamente d'accordo con chi dice che ha solo due espressioni: quella con il giubbino di pelle e quella senza.


Però Favino veramente non mi pare male, mi sembra abbia la stoffa per così dire, forse non ha avuto ancora il ruolo giusto per dimostrarlo pienamente...
su Scamarcio beh sì in effetti... l'ho un po' buttata lì :ihhhhh: :ihhhhh: più che altro lavora parecchio ma magari perché è sopravvalutato e amato dalle ragazzine, non sono una sua 'fanz' ci tengo a precisare :P
 
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Keybook
view post Posted on 4/10/2010, 17:09




Anch'io come Flower di "COME DIO COMANDA", ho letto sia il libro che visto il film.

A partire dal fatto che Ammaniti è uno dei mie scrittori italiani contemporanei preferiti, devo dire il film non è male. Certo il libro ha sicuramente più spessore, perchè come ha già spiegato benissimo flower, i vari personaggio sono delineati meglio.

Però avendo due ore solo a dispozione, direi che è uscita fuori una buona sceneggiatura. Tra l'altro il cast, secondo me, è stato perfetto: Elio Germano bravissimo, così come Fabio DeLuigi e Filippo Timi. Tutti davvero hanno dato un'ottima prova, in un film non facilissimo per i temi trattati.

Tutta la vita davanti, non l'ho ancora visto.....rimedierò prossimamente!!
 
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Arumi
view post Posted on 4/10/2010, 18:44




CITAZIONE (flowergal309 @ 4/10/2010, 17:57)

Però Favino veramente non mi pare male, mi sembra abbia la stoffa per così dire, forse non ha avuto ancora il ruolo giusto per dimostrarlo pienamente...
su Scamarcio beh sì in effetti... l'ho un po' buttata lì :ihhhhh: :ihhhhh: più che altro lavora parecchio ma magari perché è sopravvalutato e amato dalle ragazzine, non sono una sua 'fanz' ci tengo a precisare :P

Ti dico solo questo: conosco una ragazzina di 14 anni che ha visto tutti( sottolineo tutti) i film di Scamarcio, pure "Mio fratello è figlio unico" di cui giustamente ha capito molto poco, trattando un tema politico molto particolare. Il suo commento fu: "Era carino ma mi è piaciuto di più in "...(film osceno di un libro di Moccia*)"...per farti capire che se lo guardano soprattutto le ragazzine e lo chiamano a lavorare anche per quello. In " L'uomo Nero" di Rubini e "Mine Vaganti" sembrava impersonare la stessa persona, pur essendo due film completamente opposti -_- <_< !!!! :unsure: si capisce perchè poii come cinema staimo messi male


* chiedo scusa se a qualcuna piace Federico Moccia, ma è quel genere di scrittore di romanzi che mi fanno venire leggermente l'orticaria(e sono gentile)
 
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flowergal309
view post Posted on 4/10/2010, 20:54




eh sì è un po' il Mario Casas della situazione e infatti hanno interpretato lo stesso ruolo, io sono stata costretta a vedere entrambi i film con Scamarcio tratti dai libri di Moccia!!! :blink: ::frst::
anzi il primo mi sa che addirittura ho buttato l'occhio di mia spontanea volontà quando l'hanno fatto in tv, per capire che aveva di tanto speciale... ma non l'ho capito! :P :mobhhho::
Durante il secondo credo di essermi anche appisolata ogni tanto, anche se mi è parso leggermente meglio del primo addirittura, per quello che ho potuto capire tra un pisolino e l'altro :P Però sarà che sono fuori dal target ma anche a me non dicono nulla... e non è da dire che non apprezziamo le storie d'amore perché altrimenti non saremmo qui, ma quei due film lì proprio non mi trasmettono nulla.
però alla fine vedi le cavolate come queste riusciamo addirittura ad esportarle...

di Rubini con Scamarcio ho visto "colpo d'occhio" e non m'ha convinto molto...
CITAZIONE
si capisce perchè poii come cinema staimo messi male

sì infatti se alla fine anche registi in gamba comunque devono ricorrere al belloccio di turno pur di non fare flop non siamo messi tanto bene, però non penso sia un problema solo del nostro cinema... :unsure:
Tornando a Mastrandrea che invece è bravissimo, però mi pare che fa sempre la parte del romano o sbaglio?! :unsure:

cmq se guardate il film tutta la vita davanti poi magari commentate! :P
 
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Hola Pè
view post Posted on 4/10/2010, 20:55




CITAZIONE
* chiedo scusa se a qualcuna piace Federico Moccia, ma è quel genere di scrittore di romanzi che mi fanno venire leggermente l'orticaria(e sono gentile)

se c'è che si faccia avanti che la banno su due piedi

oddio voglio sperare x il vostro cervello che non leggiate quella roba u.u
il mio si sa non è mai stato buono pero.. federico moccia..image
 
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32 replies since 7/8/2010, 19:44   354 views
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