Amore Blu Oceano, Quando nemmeno l'immensità dell'oceano può ostacolare un amore

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ilylhdp
view post Posted on 13/4/2012, 14:06 by: ilylhdp




CITAZIONE (eles @ 13/4/2012, 14:30) 
Ily, come ti ho deto ieri sera, l'idea di questa nuova FF mi sembra molto interessante!! :)

Però non ci posso far niente, ho dei brutti presentimenti..........................Titaaanic :=____=:

Lo so, ci hai già temprato con "Quando non ci sei", ma quì noi si vole tanti limoni e cuoricini ::uhps: mb281 gif gif gif :wub: :wub: gif

Mi sono capita ily???????

Ahahahahahahahaahhaahhahaahh capito capito! più chiara di così! xD
Cristallina xD
Mi fai morire eles ahahahhahahahahah

Vedo che l'idea vi piace :) Cercherò di non deludervi.. :)
Vi lascio subito il secondo capitolo... E vi prometto (eles, soprattutto a te xD) taanti limoni!
Grazie mille, come sempre :)

AMORE BLU OCEANO


CAPITOLO 2



amorebluoceanobanner

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SILVIA:

“Da questa nave uscirai accompagnata” E' quello che continua a ripetere mia madre, Sophie Castro. Da quando non c'è più mio padre è lei che comanda la famiglia, composta da me, mio fratello John e mia sorellina Rosalie. Io sono la più grande dei suoi figli, e quindi secondo lei, ho l'obbligo di trovare un uomo ricco e colto che ci possa mantenere per il resto dei nostri giorni.

Non siamo una famiglia povera.. Siamo benestanti, ma non come quelli che sono in prima classe. Diciamo che siamo in mezzo, ecco. Possiamo definirci di seconda classe, come le cabine dove alloggiamo per questo viaggio.

A dire la verità mia madre è l'unica che mi vuole vedere accompagnata.. L'idea di sposarmi e di passarmi l'intera vita con la stessa persona mi spaventa, ma non posso certo contraddire mia madre e tradire i miei fratelli..

Rosalie (urlando): Madre! Madre questo è il corridoio giusto!

Sophie (portandosi l'indice alla bocca): Shhh non gridare Rosalie!

In effetti, Rosalie ha ragione. Il cartello color oro sulla mia destra dice “Corridoio B, seconda classe”. E' sempre stata una bambina intelligente, fin da i suoi primi giorni. A differenza di me, ha i capelli nero carbone. Non smette mai di parlare e di muoversi, e il dottore dice che è un bene. Ha solo cinque anni e già sa leggere discretamente.

John: Fermati Rosalie! Stai disturbando i signori!

John, lui diventerà un buon padre... e anche un buon architetto. E' lui che ha scelto la nave.. Secondo i suoi calcoli, il Titanic è una nave inaffondabile. Ed io gli credo, anche se qualche dubbio mi rimane. E' più piccolo di me di soli cinque mesi e come ho già detto, studia per diventare architetto. E' innamorato perso di una certa Jane, ma mia madre non gli permetterà di sposarla, prima di tutto perché deve studiare e poi... perché non è ricca.

Sophie: La nostra cabina è la numero 2, essendo una delle più spaziose si trova vicino alla prima classe.

Si, mia madre non bada a spese. Dopo aver ereditato dopo la morte di mio padre è convinta che io le porterò ancora più soldi. Non è mai stata una madre perfetta, ha i suoi difetti e le sue convinzioni. Però non posso dirle niente.. Quante volte ho dovuto subire le sue prediche.. Volevo studiare medicina, ma non me l'ha mai permesso. “Il compito di una donna è quello di badare al proprio aspetto e alla casa, non quello di curare la gente” è quello che mi dice ogni volta che parliamo dell'argomento.

Silvia: Madre, vedo che non ha badato a spese.

Sophie (sorridendo): Certo che no!

Finalmente troviamo la porta , l'apriamo ed entriamo dentro. La cabina è veramente enorme, anche se non come quelle della prima classe, ovviamente. Tre oblò giganteschi permettono alla luce di entrare ed illuminare il pavimento di moquette. I letti sono tutti nella stessa stanza..Sulla destra si trova il bagno e sulla sinistra l'armadio a muro.

Sophie: E' meraviglioso! Ve l'avevo detto, figli miei. Come in prima classe!

Si avvicina all'armadio e lo apre... I nostri vestiti sono già tutti sistemati. La mia parte è completamente piena di vestiti eleganti, da sera. Certo.. se dovrò sedurre un ricco banchiere Londinese non posso mica presentarmi in camicia da notte.. Sospiro e mi avvicino ad uno dei tre oblò.

Silvia: Fra quanto salpiamo?

John: Fra circa trenta minuti.. O almeno credo. L'ho sentito dire da uno dei signori davanti a noi.

Silvia: Allora vado a prendere una boccata d'aria

Rosalie (alzando le braccia per farsi notare): Anche io, anche io madre!

Sophie: No figlia mia, Silvia è grande e poi deve già iniziare a farsi notare, (guarda verso di me) non credi?

Silvia: Si, madre.

Sophie (sorridendo e sbattendo le mani) Bene! Mettiti qualcosa di carino.

PEPA:

Siamo ancora in porto, credo che siano un po' in ritardo. Sono appoggiata su una ringhiera bianca di poppa, fumandomi una sigaretta rubata ad uno di prima classe che passava da queste parti.

Si, per vivere rubo. Ma solo ai ricchi, un po' come Robin Hood. Solo che non possiedo ne archi, ne frecce. Sorrido. La vita è veramente qualcosa di incredibile.. Ieri dormivo in un'osteria di Queenstown da quattro soldi, piena di topi e di ubriachi, e adesso sono qui, sulla nave più grande del mondo con un biglietto che non è mio.

Forse, la sorte questa volta gira dalla mia parte. Dopo la morte di mio padre, Alexander Miranda, ho sempre vissuto sola o in compagnia di gente come me. Ma non ho mai stretto un forte legame con nessuno che non fosse lui. Perché tanto alla fine, succede sempre qualcosa che ti porta via quella persona, ed io preferisco non soffrire di nuovo.

Finisco la sigaretta e poi la butto in mare. Resto a contemplarlo per qualche secondo.
Amo il mare. Lo amo perché mi ricorda tanti momenti passati con mio padre, da piccola. E' grazie a lui che adesso sono qui. Southampton, beh, è la prima città che ho visitato con lui dove c'era il mare.

Improvvisamente mi sento strattonare la camicia, mi giro ma non c'è nessuno. Mi chiedo chi potrà mai essere, e abbasso un secondo lo sguardo. Ed è in quel momento che vedo una meravigliosa bambina dai capelli neri e un viso dolce, che farebbe morire di tenerezza anche il più impassibile degli uomini. Mi abbasso per essere alla sua altezza.

Pepa: Dimmi, bellissima

La bambina si mette un dito in bocca e si muove vergognosa.

Bambina: Vuoi giocare con me a palla?

Pepa: Va bene, signorina. Ma i tuoi genitori me lo permettano?

Bambina: Si si, loro sono molto bravi.

Pepa: E sono qui, adesso?

Bambina: No, sono in cabina.

Pepa: E sanno che sei qui?

La bambina comincia a diventare rossa e a muoversi avanti e indietro. Sorrido, deve essere una bimba poco ubbidiente.

Pepa (sorridendo): Facciamo così, io e te giochiamo un po' e poi ti riporto dai tuoi genitori, che ne dice signorina?

Lei annuisce e mi lancia la palla.

SILVIA:

Sono qui a poppa da ormai dieci minuti, e sento i rumori del motore, probabilmente stiamo salpando, finalmente. Contemplo il mare, ad essere sincera è la prima volta che lo vedo in vita mia. Ed è meraviglioso... Così blu, e.. infinito. Chissà cosa si prova a starci dentro.

Ho sentito dire che è pieno di squali.. pesci enormi che ti azzannano se ti vedono. Ma magari qui è troppo vicino alla costa e non ci sono.

PEPA:

Iniziamo a giocare, è molto brava. Va avanti e indietro senza smettere, direi che è quasi più attiva di me. Sorrido al ricordami quando mio padre diceva che ero una piccola peste.

Pepa (sorridendo): Come ti chiami, signorina?

Bambina: Mi chiamo.... Rosalie.

Pepa: E quanti anni hai...Rosalie?

La bambina apre le dita della mano destra, indicando un cinque.

Rosalie: Così!

Pepa (sorridendo): Ah allora sei grande!

Rosalie (ridendo): Si! Posso avere anche il fidanzato!

Rido, ho sempre amato i bambini. Le accarezzo i capelli.

Pepa: Ma lo sai che per avere un fidanzato bisogna essere eleganti, no?

Rosalie (ridendo): Si! Molto!

E mi viene in mente un'idea che non è nuova per me, ma che forse potrebbe far felice questa meravigliosa bambina dai capelli neri e dal sorriso enorme. Mi guardo intorno e poi di nuovo la piccola.

Pepa: Ascoltami signorina... se aspetti qui un secondo, ti faccio una sorpresa.

La bambina apre esageratamente gli occhi ed inizia a saltellare.

Pepa: Allora, aspetti qui?

Rosalie (assentendo): Si Si !

Prima, poco più in la, ho visto una donna che portava un velo ricamato rosso. Mi allontano dalla bambina e mi assicuro che non mi veda, e comincio a cercare quella donna.

Ed eccola li, appoggiata sull'altra ringhiera bianca di poppa, osservando il mare. E' di spalle, non posso vederla, ma devo ammettere che ha un corpo stupendo e quei capelli color rosso fuoco mi fanno impazzire... ma è una di loro.

Mi avvicino, e usando una delle tecniche che mi ha insegnato mio padre, le rubo delicatamente il velo rosso in tono con i suoi capelli e mi allontano di nuovo. Non si è accorta di nulla, ovviamente.

Ritorno dalla bambina, che ha gli occhi chiusi. Le tolgo delicatamente le mani dagli occhi,e le porgo il velo. La bambina sorride e saltella, felice.

Pepa: Ecco a te signorina.

Rosalie: Grazie,signore grazie!

Pepa: Di niente, però adesso ti devo riportare dai tuoi genitori, va bene?

Rosalie: Va bene!

Pepa: E dove sono?

Rosalie (con un dito vicino alla bocca, come se stesse pensando): mmm... Cabina 2B, seconda classe.

Sospiro... E' una di seconda classe, sicuramente i genitori mi cacceranno a calci per aver toccato la loro adorata figlia.

SILVIA:


Improvvisamente sento urlare il mio nome, mi giro e vedo mia madre e John correre verso di me.

Sophie: Silvia! Silvia!

Mi avvicino a loro, anche io correndo. Devo ammettere che sono spaventata, non si comportano mai così.

Silvia: Cos'è successo madre?

Sophie (spaventata): Rosalie è.... è..

John: ...Scappata dalla cabina.. Abbiamo cercato ovunque, nelle sali comuni, sul ponte.. Ma di lei nemmeno l'ombra.

Non posso crederci.. Siamo appena salpati e Rosalie ha già fatto una delle sue... Mi porto una mano al viso, spaventata.

Silvia: Avete controllato di nuovo in cabina? Magari è tornata.

John: No, ancora no.

Silvia: ..Andiamo.

Corriamo verso la cabina, apriamo velocemente la porta e controlliamo ogni angolo. Magari sta giocando a nascondino. Ma niente, lei non c'è. Mia madre comincia a piangere e si appoggia alla spalla di John, e lui l'abbraccia.

John: Stia tranquilla..tornerà sicuramente.

Qualcuno che bussa alla porta interrompe questo momento.

PEPA:

Ho appena bussato. Sono nervosa, sicuramente mi butteranno fuori a calci ricordandomi che sono una sporca povera e che non mi devo azzardare a toccare di nuovo la loro figlia. Anche la bambina è un po' spaventata, si agita fra le mie braccia.

Pepa (sorridendo): Tranquilla.. Sicuramente non ti diranno niente.

Ed è in quel momento che una ragazza dai capelli rossi e dal volto incredibilmente bello apre la porta della cabina. Passano pochi attimi in cui non ci togliamo gli occhi di dosso.

Sophie: Rosalie! Bambina mia!

Una donna mi toglie improvvisamente la bambina dalle braccia e mi guarda con disprezzo, come mi immaginavo. Adesso la ragazza sta guardando Rosalie, e il velo che ha in mano, sembra pensierosa. Si tocca il collo, e poi guarda di nuovo la bambina.

Sophie (urlando) Non si azzardi più ad avvicinarsi a mia figlia! O sarò costretta ad avvertire il commissario di bordo!

Pepa (cercando di mantenere la calma): Mi scusi signora, non succederà più.

Sophie: Sarà meglio per lei!

Prima che mi quella donna mi chiudesse la porta in faccia, guardo per l'ultima volta quella ragazza dai capelli rossi. E' ...angelica. E non capisco come mai trovi una ragazza così attraente, non lo capisco proprio.
Pensierosa, torno sul ponte... Sarà una notte piena di domande senza risposta.

Edited by ilylhdp - 15/4/2012, 12:40
 
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